Vincitori interni del concorso “Caro amico di carta” promosso dal Giralibro per il 2014-2015
Premesso che la Commissione giudicatrice ha adottato il criterio di non premiare chi già negli anni precedenti si era distinto nel concorso del “Giralibro”, per dare ad altri la stessa opportunità, ha ora individuato i seguenti alunni: Melato Simone I A, Altoviti Federica II E, Soranzo Manuel III A.
Melato Simone ha scritto al protagonista del libro di John Boyne Il bambino con il pigiama a righe
Motivazione: ha
saputo cogliere al meglio il messaggio dell'autore esprimendosi in modo lineare
e corretto.
Caro
Bruno,
leggendo
il libro, mi ha colpito il fatto che hai oltrepassato il reticolato nonostante
l’ambiente che avevi davanti, che non
era molto bello: persone vestite strane, tutte uguali, magre e poi tua sorella
ti aveva detto che erano ebrei e tu non dovevi avere a che fare con quella
razza.
Ma dal
punto di vista umano hai fatto la cosa giusta; hai conosciuto un amico diverso da
te, ma a cui da subito hai voluto bene e anche lui a te, poverino aveva fame e
tu gli hai portato da mangiare di nascosto, rischiando di essere scoperto.
Non
scorderò mai quando gli hai detto che saresti partito… lui si è rattristato e
tu per non fargli male gli hai promesso che prima lo avresti aiutato a
ritrovare il suo papà.
Sei un
grande!!!!!non so se io sarei stato capace di fare come te, se ne avessi avuto
il coraggio, probabilmente avrei avuto paura, sicuramente sì. Ti ammiro perchè
quando racconti le cose non vedi il male, ma sempre il bene, per esempio tu eri
sicuro che oltre il reticolato le persone vivessero felici, si incontrassero
alla sera fuori e i bambini giocassero tutti assieme.
Sarebbe
bello vivere sempre senza cattivi pensieri forse saremo tutti più buoni; mi hai
dato un grande insegnamento e cioè che per un amico non si pensa a quello che
può succedere dopo, ma a quello che è importante fare per renderlo felice.
Caro
amico mio, mi hai fatto venire i brividi quando racconti che tu e Shmuel,
dentro il campo, stavate cercando il papà suo, ma vi siete trovati dentro una
stanza enorme assieme a tanti altri e qui la porta si è chiusa per sempre
lasciandovi in un buio totale; tu non hai mai lasciato la mano di Shmuel, anzi
la stringevi con forza. Ecco l’amore di un amico vero che non ti abbandonerà
mai!!!!!!!!!!

Motivazione: per aver saputo "vedere" oltre le apparenze e cogliere il motivo profondo di un disagio che tanto dolore ha provocato, esprimendosi con proprietà di linguaggio.
Caro
Corrado,
sono
Federica, credo che tu mi picchierai dopo quanto sto per dirti, ma non posso
farne a meno. Lo so che tu hai una tua testa per pensare e capire ciò che è
giusto, ma adesso la situazione sta degenerando e credo di doverti dare un
consiglio. Stai esagerando, Marco sta soffrendo, non lo vedi? Ha patito molto
per il cambio della scuola, per la separazione dai suoi amici; per lui è stato
molto difficile già questo, figurati se quando varca i cancelli della scuola
viene preso in giro, accusato di cose che non ha fatto, picchiato e soprattutto
messo in condizioni di sentirsi a disagio per la diversità sua e della sua
famiglia, cosa deve provare! Pensaci Corrado! Di certo adesso avrai detto: “ma
di che s’impiccia questa ficcanaso”. Io so di te una cosa che nemmeno i tuoi
migliori amici, Carlotta, Valerio e Diego sanno, una cosa che spiega il motivo
del tuo comportamento. Un giorno mentre stavo camminando vicino a casa tua ho
sentito delle urla e dei pianti, tra quelle urla ho riconosciuto subito le tue
e poi altre di tono più basso che forse erano di tuo padre, poi quello che ho
visto ha spiegato tutto: tu che piangevi, mentre tuo padre ti tirava forti
schiaffi e pugni. In quel momento ho rivisto la stessa scena di quando tu
picchi Marco o Irina. Ci provi così tanto gusto a maltrattarli? E’ così bello
prendersela con i più deboli? Secondo me no.
Federica
P.S.
Ah
dimenticavo! Volevo dirti che se magari provassi a diventare amico di Marco,
potreste parlare insieme delle vostre paure, dei vostri pensieri, perché in
fondo siete uguali nella diversità.
del libro di Emis Killa Bus 323. Viaggio di sola andata
Motivazione:
ha scritto un testo
originale da cui si evince il desiderio di comprendere a fondo il personaggio
che ammira, non limitandosi a considerare solo ciò che subito piace.
Caro amico Emiliano o Emis Killa,
sono
Manuel, un ragazzo di tredici anni, mi piace ascoltare la musica soprattutto
quella rap e sono un tuo grande fan. Quest’ estate mia cugina mi ha fatto
ascoltare alcune tue canzoni che mi sono piaciute subito, così un giorno ho detto
a mio nonno che mi sarebbe piaciuto avere il tuo disco che si chiama “Mercurio”
e lui mi ha fatto una sorpresa e me l’ha comperato. Io ero molto entusiasta di
averlo e ho cominciato subito ad ascoltarlo in macchina, mio papà non ne poteva
più da quante volte l’avevo ascoltato, perché non gli piace questo tipo di musica.
Io invece penso che tu sia un rapper fantastico e ogni volta che ascolto una
canzone del tuo disco trovo sempre qualcosa di nuovo. A Natale ho chiesto come
regalo il tuo libro che si chiama “Bus 323”. Ho cominciato a leggerlo alla
vigilia di Natale e l’ho finito domenica scorsa. Il tuo libro all’inizio parla
della tua vita, di quando eri un ragazzino delle medie proprio come me ed eri
sempre arrabbiato (anch’io molte volte mi arrabbio per cose banali, ma alla
fine sorrido). Ti piaceva ascoltare la musica rap, cosi crescendo hai partecipato
a delle sfide vincendo. Prima della finale il tuo nome era Emilietto che poi è
diventato Emis, il tuo soprannome, e Killa che deriva da “killer”, il nome che
ti davano i tuoi avversari. Ho letto che di notte tu e i tuoi amici vi
trovavate per disegnare dei graffiti in alcuni posti. Mi è piaciuto quando hai
raccontato le avventure di tuo papà, perché mi facevano ridere, soprattutto
quando si è messo in mezzo alla strada a dirigere il traffico, lui era malato e
aveva una doppia personalità, infatti se si metteva l’impermeabile diventava
cattivo e bisognava stargli lontani. In un giorno di febbraio 2009 è morto, a
te è dispiaciuto molto perché volevi che ti vedesse quando facevi i concerti. A
tuo papà hai dedicato anche una canzone “Il King”, che significa “il re”.
Questo libro si chiama “Bus 323” perché prendevi sempre questo autobus che ti
portava dalla tua cittadina fino a Milano. Avrei alcune domande da farti:
perché scrivi sempre della tua città? E vorrei sapere perché ti sei paragonato
a Balotelli? Il tuo libro mi ha fatto capire che per raggiungere un obiettivo
bisogna faticare, che non esistono “scorciatoie” e che la vita bisogna
costruirla mattone dopo mattone. Ho anche un’altra domanda: perché i rapper
sembrano sempre arrabbiati? Secondo me il tuo libro è stato molto coinvolgente,
ogni domenica mi alzavo presto per leggerlo. Prima di salutarti voglio
chiederti un’ultima cosa, nella prossima lettera devo chiamarti Emiliano o Emis
Killa? Perché ho letto che Emiliano è buono con gli amici, mentre Emis Killa
vuole sempre aver successo e ha sempre delle pazze idee, quindi sono due
personalità molto diverse. Ora ti saluto, ma voglio una risposta … Aspetto che
esca il tuo prossimo disco per comprarlo e ascoltarlo.
P.S.: come
fai a parlare così veloce quando canti?
Ciao, a
presto da
Manuel
Altri testi da menzionare sono quelli di: Frasson Angela I A, Lothar Antonio Bezzon II G, Bassani Elisabetta III A, Marcati Jessica III C, Pinato Gaia III C, Zimmitti Luca III C, Grosselle Letizia III F
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